Gli incendi che lambiscono i centri abitati saranno una delle emergenze estive che aumenteranno in futuro, e di quelle più pericolose.

Sta facendo scalpore in tutto in mondo le immagini degli incendi di Pescara, basta cercare in giro su YouTube.

Gli incendi di interfaccia sono particolari  tipologie di incendi studiate da tempo.

Oggi si manifestano dove sono presenti delle gravi carenze da un punto di vista organizzativo e in materia di prevenzione.

In sintesi dove non esiste una pianificazione dell’ambito periurbano.

Incendi di interfaccia

Interfaccia si intende  il luogo dove l’area naturale e quella urbana si incontrano e interferiscono reciprocamente (definizione della National Wildland/Urban Fire Protection Conference (NW/UFCP) del 1987). 

Generalmente tale termine  indica zone di contatto tra vegetazione naturale ed infrastrutture combustibili.

Il problema degli incendi nell’interfaccia tra bosco ed insediamenti abitativi presenta un duplice aspetto.

  1.  L’ incendio è causato dalle attività svolte negli insediamenti abitativi o in loro prossimità. In questo caso l’incendio si propaga dalle case al bosco circostante.
  2. L’incendio parte dal bosco e si propaga fino ad interessare successivamente gli insediamenti civili.

L’ area di interfaccia si sulla base di diverse tipologie insediative:

  • Interfaccia classica: insediamenti di piccole e medie dimensioni (periferie di centri urbani, frazioni periferiche, piccoli villaggi, nuovi quartieri periferici, complessi turistici di una certa vastità, ecc.), formati da numerose strutture ed abitazioni relativamente vicine fra loro, a diretto contatto con il territorio circostante ricoperto da vegetazione, arborea e non arborea.
  • Interfaccia occlusa: presenza di zone più o meno vaste di vegetazione (parchi urbani, giardini di una certa vastità, “lingue” di terreni non ancora edificati o non edificabili che si insinuano nei centri abitati, ecc.), circondate da aree urbanizzate.
  • Interfaccia mista: presenza di strutture o abitazioni isolate distribuite sul territorio a diretto contatto con vaste zone popolate da vegetazione arbustiva ed arborea. In genere si hanno poche strutture a rischio, anche con incendi di vegetazione di vaste dimensioni. E’ una situazione tipica delle zone rurali, dove molte strutture sono cascine, sedi di attività artigianali, insediamenti turistici ecc.

Non illudiamoci, per questi  tempi straordinari, dove l’ambiente antropizzato è stato pensato e progettato pensando altri momenti climatici, occorre una classe politica all’altezza della situazione, preparata e formata, e magari un mondo accademico in materia di pianificazione urbanistica, meno eccitato da slogan alla moda.

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