L’isolamento a cappotto #bioarchitettura

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L’isolamento a cappotto (o “cappotto isolante”) è una tecnica per la coibentazione termica e acustica delle pareti di un edificio, applicando il materiale isolante all’esterno invece che dentro la parete.

Descrizione

Il rivestimento a cappotto o isolamento a cappotto può essere realizzato sia sulla faccia esterna della parete che su quella interna; quest’ultimo sistema è meno utilizzato dal momento che non sempre risulta efficace contro i fenomeni di condensa, tuttavia presenta molti vantaggi rispetto al cappotto esterno: un costo minore, una posa meno laboriosa e soprattutto la possibilità di applicarlo ad una singola unità abitativa.

Per la sua semplicità esecutiva, la coibentazione tramite cappotto è utilizzata nella maggior parte delle nuove costruzioni e nella quasi totalità delle ristrutturazioni, in quanto consente l’esecuzione dei lavori senza che si renda necessario il rilascio dell’immobile da parte degli occupanti.

La tecnica consiste nell’applicare alle pareti dei pannelli isolanti con appositi sistemi di fissaggio che, successivamente, vengono ricoperti da malte adesive precolorate. I pannelli possono essere dotati di una rete porta-intonaco per la finitura a malta tradizionale.

È un sistema estremamente efficace, ma presenta anche un punto debole: se viene realizzato con materiali caratterizzati da grande potere isolante ma scarsa inerzia termica risulta inefficiente nel contrastare la radiazione solare estiva e quindi l’aumento della temperatura interna dell’edificio. Per questo motivo è preferibile applicarlo su murature adeguatamente pesanti e adottare un colore chiaro, in particolare per le pareti esposte a sud.

Biocompatibilità

Spesso l’isolamento esterno non è sempre compatibile con la sostenibilità ambientale, per via dei materiali che vengono utilizzati, ovvero derivati del petrolio.

 

Fonti: esamearchitetto.me

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